"Soldato semplice" - Il Film
Siamo nel 1917. Gino Montanari è un maestro elementare, ma a causa dei suoi comportamenti libertini ed antinterventisti, è costretto dal preside della sua scuola ad arruolarsi volontario nella Grande Guerra.
Gino, nato e cresciuto sulla Riviera Romagnola, si ritrova in un piccolo avamposto in Valtellina, in qualità di “addetto eliografista”, dove deve convivere con un variegato gruppo di alpini, provenienti da tutte le parti d’Italia.
Tra dialetti diversi, piccole manie, frequenti baruffe e un nemico sempre in agguato (il cecchino "fischione"), le giornate in trincea tra i monti si riveleranno ricche di colpi di scena, di ostacoli e di momenti esilaranti.
Le difficoltà della vita militare, per di più tra le montagne, le differenze tra i vari tipi italici e un incontenibile “patacca” che proprio non riesce a tenere la bocca chiusa, daranno vita a situazioni irriverenti, ma anche di grande umanità.
L'esordio alla regia del comico di Zelig Paolo Cevoli
Far ridere parlando di cose serie, e lasciando un messaggio positivo: questo l’obiettivo che Paolo Cevoli aveva in testa. Il suo progetto è diventato realtà, o meglio, pellicola: il film si chiama Soldato Semplice, e sarà al cinema dal 2 aprile.
Vederlo significherà tornare indietro fino al 1917, nel cuore della Prima Guerra Mondiale.
Scalare le montagne con gli Alpini, scoprire un’Italia diversa, divisa dai dialetti ma unita dalla semplicità.
A farci da guida in questo mondo così lontano, eppure così vicino, ci sarà Gino Montanari: maestro elementare romagnolo, spirito da “patacca” e poca voglia di andare in guerra.
In trincea col Patacca
Al fronte però Gino ci finirà suo malgrado… e noi con lui, tra le asprezze della vita militare e i paesaggi mozzafiato della Valtellina. A imparare a convivere con i commilitoni arrivati da ogni parte d’Italia, e a guardarci le spalle da un cecchino tanto invisibile quanto pericoloso.
Senza però mai perdere la spensieratezza: anche in trincea, nonostante tutto, non mancheranno i momenti divertenti.
È lo stesso Cevoli a spiegarcelo:
Raccontare l’Italia dei nostri nonni, i loro atti di eroismo, l’ironia e la voglia di vivere dei nostri soldati ed alpini, vuole essere una celebrazione, in un modo leggero e non retorico, del centenario della grande guerra. Sperando che i valori, l’umanità ed il coraggio degli italiani di cento anni fa, riusciranno a farci sorridere e riflettere sulla nostra situazione attuale, portando i nostri cuori un po’ più in alto.
Si può raccontare la Storia con il sorriso sulle labbra? Sì, si può.
La dimostrazione l’avrai dal 2 aprile al cinema.
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